Fontana Vecchia
LA FONTANA VECCHIA
Negli statuti comunali di Vico si trovano notizie circa l’acquedotto dell’Olmo e la Cisterna di S. Maria. Del primo, a cui era affidata l’unica possibilità di approvvigionamento idrico della comunità sorta ai piedi dei Monti Ernici, rimangono sparse sul terreno alcune pietre scanalate su cui per 2 km ed a cielo aperto scorreva il prezioso liquido dalle sorgenti montane fino appunto alle fontane della Cisterna di S. Maria. Di questa, invece, chiamata oggi la “fontana vecchia” rimangono la facciata, la volta crollata nelle due grandi vasche ed i muri laterali diroccati. La Cisterna segnala la presenza di due tendenze stilistiche operanti in periodi differenti. Le pietre impiegate nel lato sinistro sono uscite dalle botteghe di provetti scalpellini vicani, che curavano la pietra in tutti i suoi tratti. Le altre pietre sono uscite, invece, da botteghe di scalpellini intenti al solo raggiungimento dello scopo di far conservare l’acqua. La parte sinistra del manufatto rileva anche un’antichità più evidente e doveva costituire la prima cisterna successivamente ingrandita. La finestrella con stipiti e architrave monoblocco testimonia la veridicità delle disposizioni statutarie, perché chiusa poteva essere aperta solo in presenza di “unus bonus vir” che ne custodiva la chiave dal primo aprile al primo novembre per motivi facilmente intuibili, perché riferiti ad un periodo dell’anno durante il quale la mancanza di acqua poteva creare drammi tra la gente. L’opera si innesta nello stile architettonico creato dalle torri e dalle mura merlate e ne diventa un elemento urbanistico perché creato in armonia con il gusto coevo affermatosi con la costruzione del castrum.
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